La Conservazione preventiva e programmata. Venti anni dopo il Codice dei Beni Culturali | Call for paper

Ago 22, 2023 | convegni e workshop, in evidenza

2-5 luglio 2024
Bressanone (BZ)
Deadline: 15 ottobre 2023

Nel 2004 il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, all’art. 29, stabiliva che la conservazione del patrimonio culturale è assicurata attraverso una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro. Questa definizione andava a cristallizzare una serie di riflessioni, ricerche e sperimentazioni avviate almeno dagli anni Settanta del Novecento, ma anche a suggerire, con la forza di un testo di legge, una visione culturale e una impostazione di metodo nella gestione dei beni.

Non a caso il criterio della conservazione programmata è citato dal Codice dei contratti come il carattere distintivo dei lavori concernenti i beni culturali. La conservazione preventiva, in ambito museale e per gli interni monumentali, ha assunto da tempo uno statuto disciplinare e, soprattutto a livello internazionale, è stata ampiamente oggetto di ricerca.  Alla scala architettonica le riflessioni e le applicazioni sul campo degli ultimi due decenni hanno costituito, attorno alla cattedra Unesco istituita a Leuven (B), un riconosciuto network internazionale, vivace anche per la diversità dei contributi provenienti dalle diverse tradizioni culturali, che ha favorito la definizione di una più solida strategia della conservazione preventiva e programmata, che integra patrimonio costruito e beni mobili. Sicuramente la ricerca è stata stimolata da una visione ampia e comprensiva, capace sia di coinvolgere complessivamente i temi della sostenibilità, sia di dare attualità e applicazione a molte tecnologie innovative, con il contributo di qualificate competenze intorno all’ampia tematica dei Beni Culturali. Altrettanto evidente è che le ricerche sono state spesso, paradossalmente, ancora settoriali, come se un tema tanto ampio potesse essere ridotto alla sola manutenzione. Le potenzialità e la esigenza pratica di coordinare e razionalizzare le diverse fasi del processo conservativo, come pure di uscire dalla gestione episodica e discontinua rappresentata da interventi di restauro una tantum avulsi da una visione strategica, hanno in diversi casi indirizzato ulteriori provvedimenti legislativi a livello regionale, e i relativi investimenti, anche con l’intervento di fondazioni bancarie.  Si sono così moltiplicati i casi di buone pratiche e le sperimentazioni.  A più di venti anni di distanza dalla XV edizione che aveva per tema: Ripensare alla Manutenzione.

Ricerche, Progettazione, Materiali e Tecniche per la cura del costruito, il Convegno Scienza e Beni Culturali per il 2024 si pone l’obiettivo di fare il punto sull’impatto e sulla attualità della definizione di conservazione preventiva e programmata tenendo conto delle strategie e attività che l’hanno preceduta e seguita nonché delle tematiche attuali che influenzano le finalità di tutela come la transizione digitale e ambientale. Il processo conservativo non può prescindere dal coinvolgimento di enti ed istituzioni, che, in particolare nel settore pubblico, ma anche in quello privato, pensando anche ai grandi possessori di beni culturali e alle fondazioni, svolgono un ruolo essenziale per dare attuazione alle pratiche di conservazione preventiva e programmata. Considerate inoltre le numerose e varie attività che connotano lo sviluppo e l’attuazione di tale processo, assume una certa rilevanza il ruolo dei diversi operatori coinvolti, le cui esperienze documentate possono offrire un ricco palinsesto di confronto, favorendo il dibattito sull’attualità e sulle prospettive della materia.

Si invitano gli autori a proporre contributi che affrontino le seguenti tematiche:

1. Riflessioni teoriche e costruzione di un linguaggio comune;

2. Fondamenti giuridici, quadro comparativo ed esperienze in ambito europeo ed internazionale;

3. La programmazione economica e finanziaria nei suoi riflessi sulla gestione sostenibile dei beni culturali;

4. La programmazione tecnico-economica come requisito della qualità del progetto di restauro;

5. La programmazione delle attività conservative nel tempo: esempi di piani di conservazione programmata e attuazione nell’ambito del patrimonio costruito (architetture, aree archeologiche, parchi), oltre che delle superfici e dei beni mobili;

6. Casi studio di conservazione preventiva in ambienti museali, edifici di culto, anche con riferimento alle diverse tipologie di beni mobili conservati, in contesti caratterizzati dalla presenza di materiali eterogenei e da diverse esigenze di fruizione pubblica;

7. Valutazione dei costi e benefici della conservazione preventiva e programmata;

8. Il coinvolgimento delle persone e delle comunità nei processi di conservazione e valorizzazione, anche con riferimento alle forme speciali di partenariato definite dalla normativa;

9. La prevenzione come gestione del rischio alle diverse scale;

10. La compatibilità, la diagnostica predittiva di forme di vulnerabilità e la riduzione del rischio;

11. La gestione digitale della conoscenza come fattore abilitante della conservazione programmata;

12. Tecniche di monitoraggio e controllo;

13. Materiali, metodologie e tecniche innovative;

14. Le competenze da coinvolgere come approccio metodologico multidisciplinare alla conservazione preventiva e programmata.

Si chiede agli autori che l’articolazione dei contributi sottoposti faccia riferimento a casi di studio, pur con la possibilità di proporre contributi più generali di tipo teorico.  Per la presentazione del lavoro deve essere inviato un abstract preliminare, sufficientemente esaustivo con chiara indicazione di scopi, metodologia e risultati, di lunghezza massima di una pagina, alla Segreteria del convegno utilizzando il form presente all’indirizzo del sito: (http://www.scienzaebeniculturali.it/convegno/contributi.html)

Termine invio abstract: 15 OTTOBRE 2023

Agli autori dei contributi scientifici selezionati verrà richiesto successivamente (entro il 15 Novembre 2023) di inviare il testo esteso che verrà valutato, mediante peer-review, a seguito della quale il comitato redazionale si riserva di chiedere agli autori eventuali ulteriori modifiche/integrazioni suggerite dai revisori.

I testi definitivi, tassativamente di lunghezza complessiva massima pari a 12 pagine (formato personalizzato 17×24 cm), comprensive di immagini, grafici e note, dovranno essere redatti secondo le norme editoriali che verranno a breve indicate sul sito del convegno. 

Termine invio testo definitivo: 31 GENNAIO 2024

Il convegno si svolgerà dal 2 al 5 luglio 2024, a Bressanone presso la Casa della Gioventù – Sede estiva dell’Università degli  Studi di Padova,  via Rio Bianco 12.

Scarica il testo della call: prima_call_2024-IT

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