
In ricordo di Marco Dezzi Bardeschi, scomparso il 4 Novembre 2018
Domenica 4 novembre 2018 Marco Dezzi Bardeschi ci ha lasciato.
Architetto e ingegnere, soprintendente e professore, storico dell’architettura, teorico del restauro e progettista, Accademico delle Arti del Disegno di Firenze nonché Socio onorario della SIRA dalla sua fondazione, critico geniale, è stata e rimane una figura di riferimento nella cultura e nel mondo accademico non solo italiano.
In particolare, Dezzi è stato un innovatore nel campo teorico della conservazione.
Orgogliosamente riconoscente al ductus dei suoi Maestri, Giovanni Michelucci e Piero Sanpaolesi, coi quali si forma in ingegneria a Bologna e in architettura a Firenze e coi quali collabora attivamente, con quello spirito critico, proattivo, vitale, talvolta animosamente polemico che distingue tutta la sua vita. Un temperamento che si rivela subito con il caso del presbiterio della basilica di San Francesco ad Arezzo, una polemica che intercettò il dibattito tra conservatori, restauratori, innovatori.
Dall’adesione alle avanguardie architettoniche dei primi anni, ’60, all’insegnamento accademico svolto alla Facoltà di architettura di Firenze, la città di origine e di profondo radicamento, e al Politecnico di Milano, luogo di impegno a tutto campo, molte e poliedriche sono le sue vite di studio, le sue attività culturali e professionali; un unico grande obiettivo, da intellettuale militante: “sostenere una consapevole attenzione e cura verso il patrimonio costruito diffuso, sia di antica che di recente formazione, e promuovere un responsabile progetto contemporaneo di qualità”, come lo stesso Marco dichiara nel “manifesto” di ANANKE, la rivista da lui fondata nel 1993, richiamando il profetico grido di denuncia di Victor Hugo, guerra ai demolitori! Una rivista che non ha paragoni, che non somiglia a nessuna delle tante disponibili sul mercato, che presenta, con assonanze, angolazioni, interazioni culturali molteplici, la complessità della cultura della conservazione, erede della nouvelle histoire, ma volta anche a indagare gli aspetti più reconditi del mondo dei segni. Una via che già con la fondazione di riviste come “Necropoli” (con Francesco Gurrieri, 1969-71) e “Psicon” (con Eugenio Battisti e Marcello Fagiolo, 1974-76), si riverbera nella maniera di fare architettura, ricercando sempre i nessi tra la terra e il cielo, tra la materia e i suoi significati, la magia del simbolo evocativo che può riscrivere nuove storie senza mai alterare la memoria e la permanenza.
È stato, prima di tutto, un intellettuale, sempre volto ad ampliare i suoi orizzonti di osservazione, a coinvolgere altre discipline, ad aprirsi alla contemporaneità, stabilendo contatti gioiosi con la natura e con gli altri.
Persone come lui, quando muoiono, non lasciano un vuoto, persone come lui vivono nella loro eterna giovinezza intellettuale e fanno vivere quanti li hanno seguiti, ascoltati, condivisi e quanti continueranno a nutrirsi della ricchezza culturale che hanno lasciato. Ti ricordiamo così una voce gioiosa che invita: “…quando ci vediamo?” Grazie Marco.
Maria Adriana Giusti
Riceviamo dalla Redazione di ANANKE e pubblichiamo:
“Con profondo dolore, la famiglia e la Redazione ‘ANANKE informano che il professore Marco Dezzi Bardeschi ha lasciato la vita materiale domenica 4 novembre. La cerimonia delle esequie si terrà mercoledì 7 novembre alle ore 15:00 nella Basilica della SS. Annunziata a Firenze. Il corpo sarà esposto nella cappella di San Luca della SS. Annunziata da lunedì pomeriggio a mercoledì negli orari di aperture della Basilica“
LA REPUBBLICA FIRENZE_6 NOVEMBRE 2018
CORRIERE DELLA SERA_6 NOVEMBRE 2018
Segnaliamo inoltre la lezione del 13 Dicembre 2017, pubblicata da CNBA sul loro sito
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